martedì 16 luglio 2013

Dici perché enumeri tutte queste impoetiche cose?



Un sipario che cambia
non è detto che sia
più bello più brutto
solo cambia
ma non tutti lo vedono
rimangono fermi
nella quinta di prima
non assecondano
il cambio di scena
allo specchio
con applausi insolenti
non contano
le insofferenze le polveri
le minuzie le stasi le virgole
le emorroidi le anche le caviglie
le ginocchia i disequilibri.
Dici perché enumeri
tutte queste impoetiche cose?
Perché lo fai con unghiate di parole
non richieste,  indecenti?
Perché enumeri gli angoli
gli intruppamenti le intolleranze
le birre non digerite
i panini i fritti le mancate erezioni
gli orgasmi episodici
perché dunque enumeri
tutto ciò che accade non accade
come una batteria di cucina
accatastata in fondo all’armadio
ammaccata bruciata
perché vuoi liberare le cantine del cuore?
Perché con esatta scienza passi
da un corpo incosciente
ad un corpo cosciente
ragionando sugli artifici
sui tranelli dello spirito
che ancora crede alle luminescenze?
Ma dunque non  vedi di profilo
la carne fuori dalle mutande
l’intelletto fuori dal cuore
il cuore fuori dalla vita?
E ancora qualcuno tira l’acqua
al suo mulino
per illuderti con un canto
fatto solo per alcuni
un coro serale che rotola verso
una valle non tua
la tua essendo indietro
troppo indietro molto indietro.
E già tutta bruciata.
Il segreto per un’eventuale salvezza
ricordare Loth.
E non voltarsi.

Cetta Petrollo

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