Parlo ad una donna mai vista
diciamo che la prego
mentre svapora dal mare
il dolore svapora
e si sente il rumore
del dolore si sente in passeggiata
chissà come si chiamano
le pietre scheggiate
quelle grigie sapete
taglienti alternate alle rosse
verso la passeggiata lì dove
lo scoglio arriva alla torre del fieno
sotterrato intruso riemerso.
A far da vedetta.
Bruciato.
Le parlo che lei sta in paradiso
ce l’ha portata tutto questo dolore
il dolore del figliare quando
non riescono bene le vite
si fa fatica ad accettare
la coccinella con l’ala contusa
il piccione caduto dal nido
il gatto senza coda
la figliolanza allora dà dolore
il dolore ti porta in paradiso
soccorrono poi i dolori
della fine
la fine di quando
finalmente si parla
magari solo con gli occhi.
E dunque parlo a una donna mai vista
una che sta in paradiso
che ce l’ha portata il dolore
mentre lui sta nell’inferno
e ce l’ha portato il dolore
e solo qui è possibile parlare
che tutto dà scontroso permesso
come quando svaporò una candela
e poi ancora un’altra.
(Chiedete e vi sarà dato)
Sto imparando la lingua dei morti
questo da cielo a cielo
da paradiso a inferno
da terra a terra
da mare a mare
può dirsi preghiera questo
interno parlare?
Insomma le dico le prego
accomoda l’inferno
fallo accogliente
potrebbe perfino
piantarsi un ciliegio
e siamo a Nervi
e siamo a Quarto
e siamo in paradiso. E fammi
vibrante cordone
con l’inferno.
Cetta Petrollo
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