Qual'è il primo dovere di un bibliotecario? Trovare un posto ai libri! E' quello che stiamo facendo. Quando ho iniziato a dirigere i primi incontri di lavoro sono stati sulla collocazione delle raccolte. In Baldini non avevamo spazio e parlavamo di spazio e di nuove collocazioni; in Alessandrina poi scoprii l'esistenza di una vera e propria squadra il cui compito era quello di movimentare continuamente le raccolte del deposito, deposito bellissimo e rigido, una torre in acciaio della Lps vago con camminamenti interni che ancora esiste e che, senza cadere, continua a sostenere volumi anche di grande formato; in Vallicelliana di nuovo a parlare di collocazione e a mandare tutta una serie di materiale in depositi esterni ( come peraltro anche in Baldini e in Alessandrina, vari depositi esterni, demaniali e non) in Biasa ancora per un po' ce la faremo ma anche qui, letteralmente, il peso dei libri tolse dalla distribuzione un sacco di periodici di Storia dell'arte, unici e rari per gli studiosi. Sono giunta in BUGE facendo tesoro di tutte queste esperienze e so che le biblioteche frammentate devono essere riunificate e questo è il mio primo compito.
Non basta. Occorre poi spingere le persone ad amare i libri. I bibliotecari esistono anche per questo. Non tutti hanno i soldi per acquistare i volumi. Non tutti hanno una biblioteca privata in casa. Non tutti hanno la pazienza di leggere. Quando facciamo eventi noi non intratteniamo. Non è questa la nostra intenzione. Non facciamo salotto. Noi vorremmo che dalla lettura ad alta voce, come in Chiesa, come usava in altri secoli e in altri ambienti, le persone riscoprissero il valore della scrittura e della lettura anche quando quest'ultima non "serve" a prendere una laurea o a ottenere un lavoro. Quando la scrittura è apparentemente minoritaria e marginale come nel caso della poesia. Ma ha la capacità di cambiare il mondo. A questo io credo davvero. E penso che i posti pubblici che sopravvivono con le tasse pagate da tutti debbano offrire gratis in ogni modo e posto possibile libri da leggere, libri da ascoltare per una vita da cambiare.
Non basta. Occorre poi spingere le persone ad amare i libri. I bibliotecari esistono anche per questo. Non tutti hanno i soldi per acquistare i volumi. Non tutti hanno una biblioteca privata in casa. Non tutti hanno la pazienza di leggere. Quando facciamo eventi noi non intratteniamo. Non è questa la nostra intenzione. Non facciamo salotto. Noi vorremmo che dalla lettura ad alta voce, come in Chiesa, come usava in altri secoli e in altri ambienti, le persone riscoprissero il valore della scrittura e della lettura anche quando quest'ultima non "serve" a prendere una laurea o a ottenere un lavoro. Quando la scrittura è apparentemente minoritaria e marginale come nel caso della poesia. Ma ha la capacità di cambiare il mondo. A questo io credo davvero. E penso che i posti pubblici che sopravvivono con le tasse pagate da tutti debbano offrire gratis in ogni modo e posto possibile libri da leggere, libri da ascoltare per una vita da cambiare.
Cetta Petrollo
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