Il confine si fa leggero
il treno per Pechino è lungo
ma più lungo il viaggio
perché i sentieri
non furono calpestati
e non si sa
come li avremmo percorsi
con quale ritmo
raccogliendo quali arbusti
cucinando quali erbe riconosciute
di campagna con quale gusto
feroce e crudele mangiandole.
No, non lo possiamo sapere.
Che desiderio ci sarebbe venuto in bocca
che fame
e nella testa che ansito
di scoperte mai fatte.
Ci siamo nascosti i bagagli
tenendoli chiusi sulla
schiena
e siamo ai blocchi di partenza
della transiberiana.
Quello che di me vedi
è un pantalone liso
per troppo uso
una maglia sudata
per l’emozione.
Non la salda tenuta
dei garretti e del cuore.
Cetta Petrollo
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