giovedì 4 aprile 2013

Da Viaggi genovesi




Falso Demetrio

Il venerdì sera andiamo in libreria. Ci si va in discesa lungo via Balbi, rapidi, e poi via Garibaldi e via via ,ancora in discesa, fino a piazza De Ferrari per precipitare giù a Palazzo ducale e nella discesina con i mattoncini rossi e poi i carruggi e via di San Bernardo e la piazzetta.
La discesa è silenziosa  com’è sempre fra le sette e le nove, ora di famiglie chiuse a cena, anche qui, dove le finestre sono finte e colorate e le persiane sempre tinte di giallo o di verde.
E’ un attimo, sospinta da questa famiglia lieve che mi ha adottata, sono in libreria.
La libreria dei poeti, piccola, legnosa e morbida, con i libri appoggiati sulle mensole e i ragazzi ingombranti di occhi e di zaini.
Beviamo.
Osservo gli sguardi della giovinezza così rapaci.
Il ritorno in gruppo è ancora più veloce.
Intorno salgono tutti i rumori della notte.
La ferma intensità dell’aria.
Sarebbe così bello se non lo potessi raccontare?
No, non sarebbe così.
Racconto subito col telefonino.
E so che il mio sguardo è condiviso.
Racconto per chi mi ascolta.
E riconosce il mio sentire.
La sua città.

Cetta Petrollo

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