lunedì 1 aprile 2013

Da Mareggiata



Le cose stanno immobili
dove hanno scelto di stare
(facile immaginarti immobile
per esempio fra pile di libri
e mi rallegro dell’unico movimento
che fu per sgombrare un armadio).

Dunque le cose stanno immobili
nell’infuocato cielo del ferragosto
che non posso variare
nemmeno prendendo il treno che vorrei
una focaccia al formaggio
e  un improbabile amico.


Ma le cose stanno immobili
mentre getto parole
in costruzione di versi.

E certo solo di quelli.

Perché potremmo ripartire, vedi,
dall’ ostinato hula hoop della vita
col cerchio che gira intorno ai fianchi
sotto a quell’Eataly dove non salimmo
per provare quel pesto.

In cima a Castelletto.

Perché potremmo ripartire
dall’hula hoop della vita
fra quaderni di scuola e carte false
vittorie taroccate
il cui miglior premio sarebbe
per resistenza infinita
la  necessaria pietà di noi.

Cetta Petrollo

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