Non posso che continuare con
questa straordinaria descrizione “ editoriale” : “ Orbene, un best seller all’indice,
nell’Italia del Cinquecento costituiva un grosso problema, tanto più che
oscillavano i pareri delle autorità religiose, e persino dei papi, sul Savonarola e la sua predicazione - il gran papa Giulio II si sarebbe detto
pronto a canonizzarlo, probabilmente in odio al papa Borgia) come affermò anche
il Ridolfi. In ogni caso l’Indice di
paolo IV, del 57 o del 59 che fosse, proibì le opere del savonarola; ma, dopo
ampio dibattito fra i padri conciliari, il Tridentino del ’64, approvato ed
omologato da Pio IV dice espressamente “ Hieronymi savonarole Ferrariensis
Sermones illi, qui olim in Romano Indice
prohibiti fuere, non legantur, done iuxta censuras Patrum deputato rum emendati
prodeant”. Il Tridentino . avendo rimandato al Romano del ’59, non specifica
quali testi, già proibiti tout court, più semplicemente non dovranno essere
letti finché non saranno stati emendati; ma poi l’ufficialissimo e definitivo
Indice Clementino del ’96 specifica la
dozzina di prediche da correggere. In ogni caso quelle prediche non fusorno mai
emendate ( anche se dagli Atti del concilio di trento risulta che ne fu dato l’incarico
all’arcivescovo di Palermo) e rimasero proibite.
Ma il Tridentino aveva assai
alleggerito il Romano del ’59, che a sua volta aveva di molto alleggerito la
condanna del Romano del ‘57[…] e. inoltre, come s’è accennato, la stampa delle
opere del Savonarola aveva impegnato imprese e capitali, bisognava trovare una via
d’uscita, e fu trovata permettendo il commercio e la circolazione di quei
volumi dove fossero tolte, amputate,o oscurate da inchiostro nero, le pagine da
emendare. Così fu fatto e la maggior parte delle cinquecentine che possediamo
oggi delle otto raccolte delle prediche[…] le troviamo con pagine tagliate o
cancellate, “castrate”, scrisse il cattolicissimo e castigatissimo Ridolfi[…]
Dalla qualità delle cancellature si distinguono bene oggi quelle, diciamo così,
fatte in casa, e quelle ufficiali, fatte dagli appositi uffici censorii ( “ a Firenze
il castrino fu certo Maestro Alessandro Machiavelli…di cui si vede la firma e
la data…su qualche esemplare da lui manomesso, sempre Ridolfi nella sua vita di
Gerolamo Savonarola ”)[…] Dunque nel 1515 un bando a Firenze intima a tutti
quanti si trovino ad avere “reperti” savonaroliani, di consegnarli alle
autorità religiose, e c’è chi anche dice che ciò viene fatto per meglio conservare
le reliquie del Frate; ser Lorenzo ha presso di sé le trascrizioni di due
raccolte di prediche, sopra i Salmi e
spra Ezechiel ( tra le più importanti, per gli argomenti e l’espressività, l’incisività
linguistica, di tutte le raccolte) che non è ancora riuscito a far stampare e
non dubita di dover obbedire al bando.
Per fortuna sua e nostra gli
capita di parlarne con frate Luca Bettini, o decise di consigliarsi con quello?
Il molto, troppo giovane frate Luca Bettini[…] capì subito che quel bando
avrebbe invece significato la distruzione delle reliquie savonaroliane, e
sconsigliò al notaio di consegnare il manoscritto della trascrizione delle
prediche; ma quando si accorse che ser Lorenzo avrebbe adempiuto a ciò che
riteneva un suo obbligo, frate Luca ebbe una trovata: chiese in prestito al
notaio, per poterle leggere o rileggerle e meditarle, quelle prediche “ per duo
dì” ( come scrisse in tarda età in una sua inedita Apologia savonaroliana lo
stesso ser Lorenzo, che il Villari scovò fra i manoscritti della nazionale di
Firenze, pubblicandone alcuni brani).
Avutale in prestito dal buon Vuoli,
il giovane frate andò furtivamente la notte stessa a Bologna, a cavallo di un’asina;
qui si recò da un editore assai noto e di illustre famiglia di editori,
benedetto di Ettore, e in pochi giorni le due raccolte furono stampate, i Salmi terminati il 20 aprile e l’Ezechiel il 2 maggio 1515, in tiratura
ridotta, sulle 250 copie ( che è la media degli incunaboli), il primo in folio,
il secondo in quarto; il primo è più raro del secondo. Tornato a Firenze frate Bettini
restituì il manoscritto a Ser Lorenzo, che lo consegnò alle autorità che poi lo
distrussero”
Elio Pagliarani , Chi castrò le prediche del Savonarola, Wimbledon, Anno III, n. 26, giugno 1992, Libri rari, pp.66-67
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