Il mio prezioso Valery:
“ Il discorrere, che iniziamo ,
sui libri d’antiquariato e di modernariato ( cioè, nel secondo caso, su prime
edizioni e tirature limitate, e numerate, di autori del Novecento) vuole
approfittare del rapido diffondersi, da noi, dell’interesse, voga, passione
persino, per il libro antico e/o raro. Lo faremo nella mniera più svagata,
eterodossa ed impicciona possibile, di modo che dareno spesso un ‘occhiata
anche all’interno dell’opera e della persona dell’autore, oltre che , nostro
compito specifico, all’esterno dell’oggetto libro, e delle sue componenti; e ci
occuperemo dei prezzi correnti, delle aste, delle librerie antiquarie più
famose e di quelle più curiose, e di quelle di prezzi più modesti[…] Subito una
premessa metodologica: quand’è che un libro va definito antico? Le biblioteche italiane preservano come antico qualsiasi libro stampato prima del 1900, ma mi sembra più sensato fermarsi a metà ottocento circa, perché a quel periodo si verificano, nei libri, alcuni fatti nuovi: primo, e fondamentale, muta la qualità della carta: interviene la chimica, dalla pasta di stracci ( come base della carta) alla pasta meccanica di legno, alla pasta chimica o cellulosa; il che ha diminuito massiciamente i costi della carta, favorito il rapido diffondersi della stampa quotidiana e periodica , e dei libri in edizioni veramente economiche; ed ha danneggiato gravemente , anzi inficiato strutturalmente, la conservazione dell'oggetto libro[...]
Sentite la chiusa, nessun manuale di storia del libro é così chiaro: " Concludendo un libro è antico quando è stampato su carta proveniente da stracci, non ha legatura editoriale, é illustrato con incisioni artigianali in legno, rame, acciaio"
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